Fede O semplice incredulità ?

Torniamo in questo tempo Post Pasquale con una semplice riflessione, che nasce da un paio di eventi che abbiamo vissuto accostati, masticati nel nostro cuore e nella testa che portano ad un unica grande riflessione.

Quale? .. read more

Primo spunto. Pasqua! Eh sì, circa due settimane fa era Pasqua! La velocità con cui ce ne siamo dimenticati e abbiamo fatto sparire uova e colombe dai supermercati è stata incredibile. Eppure Pasqua è l’evento dell’anno per noi cristiani: un morto che risorge. Gesù Cristo che si dona per la salvezza nostra. Cristo crocifisso che torna alla vita.

Pasqua dovrebbe essere più come un matrimonio al sud che dura giorni e giorni. Invece arriva, la si consuma in fretta: giovedì ultima cena, venerdì morte, sabato silenzio, ed è subito risorto! Evviva! Mangiamo agnello, andiamo in gita, organizziamo pasquetta! Vabbè arrivederci, ciao! Tutto uguale!

Alt!! Hai capito che cosa è successo?

Rallenta.

Non si parla d’altro in Gerusalemme! Un uomo morto è tornato in vita. Waaaaw!

Quando muore qualcuno o succede qualcosa di grave, come una guerra o un’epidemia ne rimaniamo scossi per giorni. Qui è successo qualcosa di più sensazionale, l’uomo sulla luna? La scoperta della ruota? L’invenzione della lampadina elettrica? No, qualcosa di meglio: un uomo è risorto.

Con che parte del corpo viviamo e crediamo a questa notizia? Quanto ne siamo davvero convinti?

Non sia mai che una notizia simile possa sconvolgerci l’esistenza in questa vita e magari, chissà, anche in quella futura.

Secondo spunto. Sabato scorso abbiamo avuto la fortuna di partecipare ad una testimonianza bellissima, che profumava di vita, di resurrezione. La testimonianza di Carolina mamma dei tre vulcani della gioia: Rosaria, Giastin e Cosimo Gravina. 3 fratelli, rinati presto al cielo, affetti da una malattia rara: Amiotrofia spinale di tipo Werding Hofmann.

Se non conoscete la loro storia potete cliccare sul link, ( per ascoltarla https://youtu.be/ZMYbeFTEzyM o per leggerla https://rosariagiastincosimo.com/la-storia/ ) si legge tutta d’un fiato. È una storia che sa d’incredibile, è una storia che sa di santità. Una storia che a occhi umani sembrerebbe solo abitata da una sfortunata e difficile croce. La storia di una normalissima famiglia che vive la Grazia di ricevere in dono dei figli, ma alla quale viene chiesto di custodire e portare qualcosa apparentemente più grande di loro. La nascita del primogenito, morto poco prima del parto, la secondogenita che ancora troppo piccola si ammala e si ritrova portatrice di una malattia che ti atrofizza i muscoli e piano piano ti porta via il respiro. E così anche la terza e il quarto figlio. Tutti con la stessa malattia congenita. Un disastro su tutti i fronti una vita compromessa e sottomessa da eventi che ti schiacciano.

Come stare dentro ad eventi così difficili? Carolina e Giuseppe , hanno lasciato semplicemente che l’amore abitasse la loro casa. E oggi testimoniano come la loro vita, e quella dei figli, sia stata una vita luminosa, benedetta e felice.

Non è la storia quindi di una famiglia credente, ma la storia di una famiglia che per un lungo periodo, ha allontanato Gesù, ha vissuto rinnegandolo finché poi non lo ha incontrato in ciò che è: amore! Che ama e chiede di essere amato.

Nella testimonianza, la mamma racconta di come Cosimo parlasse con il suo angelo custode che aveva simpaticamente chiamato Pippo. Di come ci dialogasse, giocasse e vivesse assieme con quell’angelo che a tutti noi ci è dato. Tutti noi ne abbiamo uno affianco.

Guardati attorno ! Lo vedi vero? Lo senti vero?

Ora la facciamo molto breve perché non vogliamo togliere bellezza al racconto che dovete andare a leggere, (ci sono anche video testimonianze su you tube) certi che vi farà emozionare come a noi ha fatto lacrimare tutto il tempo, ascoltandolo in presenza.

Al termine dell’incontro con Anna si parlava e si rifletteva che si fatica quasi a credere oggi che un bambino possa parlare davvero con l’angelo custode. “Dai ma sarà vero?”

“I bambini son così pieni di fantasia, immaginazione. Capaci di stupirti con i loro racconti che non sai da dove traggono origine.”

“Davvero quel bambino parlava con un angelo o non era un semplice bellissimo bambino sognatore?”

Ora facciamo due più due! ..

Se non riusciamo a credere ad un bambino che dialoga con il suo angelo custode, riferendoci poi cose che un bambino non può sapere in tenere età -Come succedeva a Cosimo Gravina-

Come possiamo credere che un uomo sia risorto?

Come possiamo credere alla Pasqua?

Come possiamo credere nella risurrezione dei morti?

Che fede piccola che abbiamo! Che Mistero Grande,è quello Pasquale! Che mistero Gigante è quello dell’amore.

La Pasqua ci sfugge di mano perché non riusciamo spesso a farla nostra, a far nostro veramente che un uomo è morto ed è risorto! Che la morte non è la fine ma un passaggio.

Forse siamo tutti un po’ San Tommaso!

Ma San Tommaso per sua particolarità non è uno che non crede, che rifiuta quanto gli dicono. Al contrario è uno che cerca, che vuole cercare le prove. Se uno mi dice una cosa a cui non credo, la prendo per barzelletta, giro i tacchi e me ne vado. Invece Tommaso è pieno di ardore, di ricerca, il suo non credere è pieno, è vivo.

Possiamo in questo tempo post Pasqua tornare sui nostri passi, tornare a chiederci come San Tommaso: Ma sei risorto davvero? E cerchiamo le prove alla nostra fede! Viviamo nella Pasqua non dimenticandocene perché da lì ha origine il nostro essere cristiani.

Vi diamo appuntamento a domani con un secondo articolo scritto da un amico: Ezio.

Che ci ha aiutato a riflettere su questo mistero, da un’altra bella prospettiva.

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Gesù è vivo e ti vuole vivo!

Anche oggi vi riportiamo le riflessioni che sono nate in noi l’anno scorso, perchè le sentiamo ancora come fuoco che arde in noi. Con l’augurio che possano far sentire Vivo anche te! Perchè in fondo c’è solo una la certezza: che Gesù, nonostante tutto e tutti, continua a rimanere Vivo… in te!

Gesù è vivo!

Son queste le parole che risuonano nella mente da giorni. A pronunciarle un sacerdote che abbiamo incontrato qualche settimana fa. Nel suo volto, nelle sue parole c’era l’emozione di chi ancora una volta si stupisce e riscopre quell’affermazione quasi fosse stato incredulo anche lui, fino a pochi istanti prima. Che bello!

Che bellezza sentirlo dire: Gesù è vivo! .. per davvero. Ero incredulo, ma ora posso dirlo: Gesù è vivo!

È una cosa semplice, scontata per me, per te, per noi cristiani.. non stiamo scrivendo niente di nuovo, lo sappiamo già che Gesù è vivo, Pasqua arriva tutti gli anni in primavera. Viviamo ogni anno il Santo Triduo, giusto?

Poi se siamo battezzati e se andiamo in Chiesa la domenica è perché lo sappiamo che Cristo è vivo.

Eppure, quando lo sentiamo pronunciare da un credente in cammino, che sia sacerdote, che sia un laico, che ti dice davvero dal cuore: “io lo riconosco, Cristo è vivo”, tutto suona diverso.

È da lì che nasce questo articolo, dallo stupore di ascoltare per davvero qualcosa a noi scontato, dal cercare ciò che ha dato vita a quell’esclamazione.

Nasce così una Santa inquietudine che ti spinge a cercare risposte anche a te, che ti spinge a metterti in cammino. Ti viene una voglia matta di correre al sepolcro a controllare, manco fossi Jacobs alla finale delle Olimpiadi.

Crescono le domande: “come ha fatto a vedere che era vivo? Dove lo ha visto? Quindi è davvero vivo?”

Se ti metti in ricerca, forse impari anche te a riconoscerlo, forse impari anche te a vederlo. Dove?

Nei gesti di amore! O in chi è bisognoso, o in una famiglia che è proprio volto dell’amore.

Ciò che vogliamo condividervi, non è solo che Cristo è vivo ma che noi siamo chiamati a testimoniare questo fatto.

Non è compito della Chiesa spiegare che Cristo è vivo, per fatti accaduti secoli fa. Questa è religione, è storia, può diventare anche narrativa.

Non è compito del sacerdote fare i miracoli, non è compito della suora.

È compito tuo, è compito mio. È compito nostro vivere facendo arrivare all’altro semplicemente che Cristo è vivo. Semplicemente, perché lo sai già. Perché hai tutto per sapere come fare.

Come si ama da Dio, è scritto nei vangeli.

Ma spesso non vogliamo accettare di lasciarci amare o non ci decidiamo ad amare veramente. Diventando dei testimoni tiepidi, con i piedi in due scarpe.

Forse a spaventarci è l’immensità racchiusa in questo incarico, il pensare che sia troppo per noi cercare di essere volto dell’amore, testimoni credibili e visibili di Gesù Sposo, vivere come i Santi. Si dice che non è per la nostra epoca quello che fece San Francesco.

È qua che ci troviamo davanti al nostro più grande fallimento umano: credere di essere fatti per il poco, quando invece siamo figli del Possibile. Siamo figli della Luce, pensati e generati da Dio Amore per essere come Lui. Il nostro errore è pensare che dobbiamo diventare degli sherpa professionisti, quando invece abbiamo già tutto per poter arrivare alla vetta più Alta. Nel nostro zaino ci siamo noi, i nostri gesti quotidiani, le nostre attenzioni e cure verso i più deboli, i nostri desideri, le nostre virtù, e soprattutto la nostra relazione unica con Gesù.

Forse è ancora difficile capire ciò che vogliamo dire. Lo è per noi…quindi proviamo ancora a togliere qualche velo per chiarire.

Pensate al giorno del matrimonio, alla sposa raggiante, nel suo abito bianco splendente. Allo sposo che irradia la stessa luce e promette di amarla fedelmente tutti i giorni della sua vita nonostante le sue fragilità. Alle parole che si scambiano davanti e con Cristo. Al bacio che si donano fuori da chiesa e ai mille che susseguono quel giorno.

È proprio qui, davanti agli Sposi e a questo Amore promesso e donato che viene non solo da battere le mani e gridare “viva gli sposi”, ma da rimanere stupiti e meravigliati gridando “wow che bello! Cristo è vivo!!”

E di fronte a questo Mistero Grande visibile ai tuoi occhi, le endorfine esplodono dal tuo corpo facendoti tendere verso quei due vestiti di luce, per abbracciarli e toccarli Perché loro sono testimoni in carne dell’amore!

Eppure magari quei due non son sti stinchi di Santo.. eppure quel giorno in chiesa non hai visto scendere la colomba dal cielo e fare chissà quale miracolo…

Eppure…Quegli sposi con un gesto ordinario quale un bacio, un amore che si son donati, una cura che hanno avuto per te, per gli altri, hanno saputo testimoniare che Lui è vivo!!

Quegli sposi non hanno dovuto pensare che il loro agire era in forza di Gesù, per essere come Gesù, e che voi avreste gridato al miracolo.

Loro, tu, io quel giorno, come sposi o come invitati, con quel gesto d’amore abbiamo vissuto un’ordinaria straordinarietà.

Ancora, Cristo è vivo, lo dobbiamo saper esclamare guardando l’amore di una mamma per il suo bambino! Quando si alza la notte perché il piccolo si sveglia, e alla mattina non smette di prendersi cura di lui nonostante le notti insonni. Lo dobbiamo saper esclamare guardando un padre che fatica al lavoro per la sua famiglia.

Questi son i ritratti di una madre ed un padre ordinari, ma son anche il disegno della Santa Famiglia, di Giuseppe e Maria.

Nell’ordinario lo straordinario, nell’ordinario la Santità, nell’ordinario essere per gli altri specchio dell’amore vivo di Gesù!

A te, il compito di ripetere ogni giorno gesti di amore che a chi ti vede facciano sorgere lo stupore misto alla gioia che fa esclamare: Cristo è vivo! E ti vuole vivo!

Se non sai da cosa iniziare, ricorda che ci è dato anche il manuale. Forse è aperto su un mobile, forse lo tieni chiuso in un cassetto, magari lo ascolti in modo scontato la domenica. È la Bibbia, sono i Vangeli, il manuale che ci insegna come essere volto d’amore, come vivere da risorti per testimoniare il risorto nell’ordinario della vita.

Buon cammino verso una nuova Resurrezione!

By Cercatori di bellezza

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